Abbinamenti pratici (e per niente scontati) per il menù di capodanno

Siamo arrivati a ridosso del trecentosessatacinquesimo giorno dell'anno e, diciamocelo: anche quest'anno non è stato per niente facile! 
E fatte le opportune riconsiderazioni su quali siano i gesti apotropaici più opportuni in queste occasioni, ecco una rapida guida sui vini da abbinare al menù di capodanno, per 'sgrassare' via  le pietanze e la pesantezza di questo 2021.
Le bollicine
Gli spumanti aprono  e chiudono da sempre i pasti. Fanno da soglia d'entrata per l'anno nuovo e da uscio di uscita per l'anno che va.  Apparentemente facili e piacevolmente complesse e duttili, sono l'ideale per il pantagruelico pasto che segna il confine tra il vecchio e il nuovo anno.
È il momento del Blanc de Blanc di Dario Coos, un metodo classico 100% chardonnay in grado di domare tutte le sfumature del menù di questa serata, senza sovrapporsi alle pietanze. Oh, occhio però a non lasciarvi prendere la mano, mettendolo in coppia con il cinghiale in dolceforte.
Su una via tutta naturale l'altra proposta è quella della tiratura limitata e tutta spontanea del 507 Metodo Ancestrale di Poggio Bbaranello, questa volta uno spumante tutto italiano anche nel vitigno (Procanico 100%) non dalla perfezione manieristica, ma dall'entusiasmante imprevedibilità e in grado di passare dal patè di fegato al cocktail di scampi e, perché no, da provare anche con il panettone. Attenzione alle creme, però!
I Bianchi
Non volendo ritrovarci a fine cena gonfi come l'omino della Michelin, potremmo considerare di affidare alle effervescenze solo una parte del menù e accompagnare il resto del pasto con i bianchi.
Bianchi buoni, veramente buoni , se ne fanno in Tuscia e non da oggi.
È baluardo, in tal senso, l'omonima azienda di Sergio Mottura, che ha fatto del Grechetto lo strumento di lettura del territorio di Civitella D'agliano. Il vino simbolo che più identifica l'azienda è sicuramente LaTour a Civitella: la grande complessità donata dalla morbidezza d'entrata, la lunghezza gustativa e un patrimonio aromatico di grande complessità ne fanno un vino che non teme gli abbinamenti più arditi. 
Così, chi non volesse stare lì col bisturi ad ogni portata per scegliere il sorso più adatto ad ogni frammento introdotto in bocca, potrà optare per questo "rosso vestito di bianco" in grado di reggere pietanze speziate e carni consistenti. 
Siate coraggiosi e provatelo anche su selvaggina e cacciagione. rigorosamente in bianco però.
L'altro bianco, si fa per dire, è l'orange de Le Coste Bianco. La macerazione sulle bucce dona a questo vino una tendenza all'ambra che, nonostante il volume in bocca, mantiene una concreta freschezza. Anche per questo vino potrete declinare l'abbinamento quasi funambolico e bere serenamente questo "ambrato" dalla frittura iniziale al cotechino e lenticchie di mezzanotte.
I Rossi
E va da sé che, in questa serata che chiude l'anno e le festività del 2021, sulla tavola non possono mancare i grandi rossi, quelli che "se non ora, quando?".
Per i ricami e i fioretti ci affideremo a quanto scritto sopra per le bollicine; in merito ai rossi lasceremo nel cassetto, o meglio in cantina, la lirica di alcuni grandi vini, per andare invece sull'opulenza e la ricchezza degli estratti.
L'appassimento delle uve di Corvina, Corvinone e Rondinella dà vita ad uno dei vini simbolo della nobiltà enologica: l'Amarone; vino giunonico e accogliente, qui presente nella versione Amarone Riserva di Castelforte, lo ritroviamo in tutta la sua generosità. 
Da servire con carni rosse sottoposte a lunghe cotture, come il peposo dell'Impruneta o magari lo stinco alla birra e senape. 
Vale però la pena di utilizzarlo come "vino da meditazione" davanti al camino in compagnia solo di belle chiacchiere e di un sigaro,  in attesa  della mezzanotte.
Se invece, per salutare il vecchio anno, volete provare a quale tipo di forza attinga l'artigianalità nel mondo del vino, è il caso di aprire il Montepulciano di Fattoria Lucciano nella versione del Maru. Pieno e potente, ma senza tralasciare quella tanto amata e odiata mineralità che ci fa salivare la bocca, mettendoci in continua ricerca di un altro sorso e un altro boccone, questo vino ha il dono della prosperità olfattiva che si traduce poi in  forza aromatica.  Non fatevi guidare solo dalla voglia di carne tipica del capodanno. Al di là della cacciagione, c'è un oceano di variegati abbinamenti che vi attende: dai moscardini in guazzetto di pomodoro e liquirizia, al toscano cacciucco all'impepata di cozze, questo rosso di Tuscia potrebbe riservarvi piacevoli sorprese.
Insomma, per questo fine anno sbizzarritevi, abbuffatevi  e fate l'amore . Perché andrà tutto bene se ce lo mandiamo noi.
Buon Anno a tutti.
Vineggiamo
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