La vigilia di Natale, falla tutta al naturale.


4 abbinamenti di vini naturali a piatti tradizionali
.

Mi si perdoni la rima (voluta) nel titolo e quella (spontanea) nel sottotitolo: deve esser stata una piccola, improvvisa deflagrazione dei trascorsi "hip-hoppettari" di gioventù, riemersi per qualche strano gioco della memoria.

Comunque, senza troppo indugiare, veniamo al dunque, ché la vigilia di Natale incombe e il menù della serata va abbinato. 

Ecco quindi 4 abbinamenti dei nostri vini naturali a 4 pietanze della tradizione, più o meno valide in tutta Italia.

 

1) Frittura

Che siate di Bassano del Grappa o di Corleone, l’apertura della cena del 24 Dicembre è appannaggio esclusivo della frittura: dai vegetali di borragine, carciofi, cavolfiori o patate avvolti in uno scrigno di pastella e resi croccanti dall'olio bollente, per arrivare al sapido pesce dei mari del nord, il baccalà, sulle tavole apparecchiate in rosso la frittura è l’amuse bouche italico per eccellenza.

La caratteristica comune, va da sé, oltre all'appetitosa fragranza dell'involucro, è la capacità di avvolgere la bocca con l'untuosità generata dalla cottura.

Avremo quindi necessariamente bisogno di un vino con una componente tattile ben tangibile, in grado di sgrassare il palato e rendere così ogni sorso e ogni morso unici e molto, molto ripetibili!

 Ecco quindi che punteremo tutto su un vino dotato di carbonica, lo spumante 507 Metodo Ancestrale di Poggio Bbaranèllo, un procanico 100% rifermentato in bottiglia con i propri lieviti e i propri zuccheri, con una carbonica goduriosa ed elegante al tempo stesso. Oh, che sia chiaro anche per gli innovatori della tradizione: il 507, con le ostriche e i gamberetti al cognac va benissimo lo stesso!

 

2) Spaghetti con Tonno e pomodoro.

Chiunque appartenga ad una fascia di età declinata dal suffisso "anta", sa benissimo che prima delle linguine con l'astice, prima degli spaghetti con le vongole, il primo del prima (scusate il gioco di parole) per la sera della Vigilia sono gli spaghetti con tonno e pomodoro.

Caratterizzati da un sugo in rosso, con la complicità dell'acciuga, dell’aglio e dei gambi di prezzemolo nel soffritto, vedono il tonno in scatola come protagonista. Il suo ruolo d’altronde è decisivo nel conferire agli spaghetti un sapore pieno e deciso, molto più vicino ad un ragù di carne che non a quello propriamente di sugo di pesce. Ecco quindi che questa carnosità va domata, tenuta sotto controllo, da un vino dall'entrata morbida e una leggera traccia di tannino. Il ruolo perfetto per il vulcanico vino naturale de Le Coste Rosso. Questo Grechetto rosso, coadiuvato da ciliegiolo e colorino, senza solfiti aggiunti, frutto totalizzante di un’agricoltura e una vinificazione secondo i più austeri dettami naturali, è il connubio perfetto di fronte alla forza della carne...del tonno.  Provatelo e fateci sapere cosa ne pensate.

Mi raccomando: questo vino non è interscambiabile con i primi più mainstream, come gli spaghetti di tuorlo d'uovo marinati al lime o le ostriche cotte a bassa temperatura!

 

3) In Croste e Crostacei

Non volendo escludere men che mai gli avanguardisti della cucina che la sera della Vigilia imbandiscono la tavola non propriamente con ciò che il dogma della tradizione vorrebbe, abbiamo pensato ad un paio di piatti e/o ingredienti per cui sollecitarvi l’abbinamento.

Il primo è il salmone, ma quello in trancio, fresco, non l'affumicato; parliamo di un pesce che “tiene le pinne” in due acque che ne condizionano il gusto: l'acqua dolce che gli conferisce grassezza e quella marina che concede l'eleganza. 

Se fatto in crosta di pasta sfoglia, fillo o brick, segue felicemente l'abbinamento della frittura col metodo ancestrale di poggio Bbaranello. Ma va detto che, crosta o no, il salmone sta nel suo con l'Itinerae dell'azienda Geremi vini.

Itinerae proviene da una vigna che è una creola di vitigni tradizionali, compie una leggera macerazione sulle bucce che gli dona un impatto “buccioso”, ma senza perdere di sapidità; insomma, perfetto per seguire la dualità del pesce di cui parlavamo prima.

Il secondo piatto elemento che volevamo sottoporvi sono i crostacei: per i gamberi, le mazzancolle e i gamberoni, vista la delicatezza della materia prima, punteremo sul fratello "minore" dell'Itenerae: il Gogghiarello di Geremi vini, vino fresco e leggero adatto ad accompagnare la polpa dei crostacei senza violarli.

 

4) Capitone, anguilla e baccalà.

In agrodolce; cotti allo spiedo con farcitura di alloro; su una griglia; accompagnati da cipolla (tanta), pomodoro e uvetta, oppure prugne; qualsiasi sia la versione con cui li proporrete per la Vigilia, questi pesci escono dal liturgico abbinamento col bianco, andando incontro a rossi mediamente strutturati che sappiano tenere a bada la croccante grassezza del capitone e dell'anguilla (a cui si aggiunge la selvatica intensità delle carni) e dare sfogo alla complessità del baccalà in agrodolce. Qui può giocare un ruolo fondamentale il Tenuis di Fattoria Lucciano: un Montepulciano da agricoltura biologica e fermentazione spontanea, vinificato in acciaio; vino di corpo, senza perdere di freschezza, sarà il rosso ideale per i pesci in questione.

E i dolci? Vi rimandiamo all’articolo sul Natale e ai suoi abbinamenti, per un suggerimento non propriamente “natural”, ma di sicura qualità.

Non ci resta che augurarvi, “naturalmente”, enjoy your drink!

Vineggiamo

Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.